Non appena ho visto la foto, lo sguardo è andato subito alla gamba piegata elegantemente all’indietro della ragazzina con le trecce, ritratta di spalle.
E’ stato come un flash, un colpo di fulmine.
La testa piegata leggermente a destra, mentre aiuta il ragazzo alla pressa.
E’ l’unica che non si vede in viso, ma la immagino felice e trasognante.
Sa che qualcuno sta ritraendo la scena – magari anche preparata dal fotografo stesso – ma non se ne cura.
La sua posizione trasmette una profonda serenità interiore.
E’ tranquilla, rilassata, sta facendo una cosa piacevole.
E’ felice con i suoi compagni.
E io di questa felicità mi avvantaggio.
E’ stato come un flash, un colpo di fulmine.
La testa piegata leggermente a destra, mentre aiuta il ragazzo alla pressa.
E’ l’unica che non si vede in viso, ma la immagino felice e trasognante.
Sa che qualcuno sta ritraendo la scena – magari anche preparata dal fotografo stesso – ma non se ne cura.
La sua posizione trasmette una profonda serenità interiore.
E’ tranquilla, rilassata, sta facendo una cosa piacevole.
E’ felice con i suoi compagni.
E io di questa felicità mi avvantaggio.
E’ forse questo il “punctum” di cui parla Roland Barthes nel suo libro
“La Camera Chiara”?
“La Camera Chiara”?
Io credo di si!
Per Barthes il “punctum” è l’aspetto emotivo,
il dettaglio particolare che colpisce irrazionalmente l’osservatore.
il dettaglio particolare che colpisce irrazionalmente l’osservatore.
Non sempre è uguale per tutti.
In questo caso, il mio punctum, è la gamba piegata all’indietro.
In questo caso, il mio punctum, è la gamba piegata all’indietro.